20 anni di dialogo tra scienza e società

20 anni di dialogo tra scienza e società

Nato come antenna regionale della fondazione Science et Cité, L’ideatorio lavora da 20 anni per comprendere il ruolo che la scienza e la tecnologia possono avere nella nostra società. Il desiderio della Fondazione di aprire un’antenna nella Svizzera italiana fu accolto con piacere dalla giovane Università della Svizzera italiana che accolse L’ideatorio all’interno delle proprie mura. Nata come una timida iniziativa - con a disposizione un computer e una persona al 30% - anno dopo anno si è ingrandita fino ad essere presente con numerose iniziative su tutto il territorio. I dati lo testimoniano: in vent’anni, 225'000 persone hanno partecipato alle attività proposte. Esposizioni interattive, laboratori didattici, incontri con i ricercatori, progetti partecipativi e conferenze sono state organizzate da L’ideatorio, permettendo alle persone di entrate in contatto con la scienza. Oggi L’ideatorio svolge le sue attività nelle tre sedi di Cadro, Lugano e Airolo e sul territorio della Svizzera italiana.


Incontrare la scienza

Di fronte alle sfide della nostra società – dalle pandemie ai cambiamenti climatici – ogni cittadino deve disporre degli strumenti per poter leggere la realtà e prendere decisioni in merito. Periodicamente occorre infatti esprimere il proprio voto su temi scientifici complessi, come la biodiversità o la strategia energetica. Ma anche nelle nostre attività quotidiane siamo costantemente confrontati alle innovazioni tecnologiche, utilizziamo medicinali o decidiamo se comprare o meno un’auto elettrica. È però evidente che i cittadini non possono divenire esperti di ingegneria genetica o fisica nucleare. È quindi utile comprendere quali strumenti permettono di creare quel sano dialogo tra la scienza, la tecnologia e la società e di porsi in maniera critica davanti alle sfide scientifiche e tecnologiche. Un punto centrale di questo processo è l’incontro, cioè mostrare il lavoro della scienza, capire che ci sono limiti e opportunità e incontrare i protagonisti della ricerca scientifica. In altre parole, creare occasioni di dialogo. È proprio su questi aspetti che si concentra il lavoro de L’ideatorio. Non si tratta quindi tanto di impartire nozioni, o di convincere i cittadini della bontà della scienza, quanto di sviluppare uno sguardo curioso e critico, che sappia comprendere le grandi sfide dell’umanità.

Questo compito de L’ideatorio è stato facilitato dalla sua struttura organizzativa: è un servizio dell’Università della Svizzera italiana - ed è quindi vicino al mondo della ricerca e della formazione - ma è anche l’antenna regionale di Science et Cité, centro di competenza delle Accademie svizzere delle scienze, che nel tempo ha saputo creare uno sguardo critico e consapevole sulla scienza. Infine, lavora in stretto contatto con l’Istituto scolastico della Città di Lugano e può quindi alimentare la curiosità nei bambini e uno sguardo diverso sul progresso scientifico.


L’essere umano al centro

I visitatori de L’ideatorio hanno incontrato in questi anni temi come il cervello, l’olfatto, l’udito, il tatto, l’astronomia, le pandemie, la matematica, la robotica, l’intelligenza artificiale, l’uso degli smartphones, e la disabilità. Cosa hanno in comune tutti questi temi così diversi? Noi. L’essere umano è sempre posto al centro delle riflessioni e delle attività de L’ideatorio, che partono dall’esperienza dei partecipanti. Cultura scientifica significa infatti anche considerare l’essere umano nella sua interezza e offrire proposte pluridisciplinari che non frammentano il sapere in discipline specializzate, ma lo connettono a tutto il resto e alle persone. Per fare questo è necessario un apprendimento non formale, dove l’obiettivo non è portarsi a casa una serie di conoscenze specifiche e un diploma, ma scoprire che la scienza parla di noi e del nostro mondo.

Per queste ragioni le attività de L’ideatorio sono sempre mediate da una persona in grado di trasmettere passione e stimolare il dialogo, rendendo il visitatore protagonista delle sue scoperte. Persino le proiezioni nel planetario astronomico – oltre 400 ogni anno tra la sede espositiva di Cadro e la Casa della sostenibilità dell’USI ad Airolo – sono accompagnate da un mediatore o una mediatrice, al contrario di molti altri planetari dove vengono semplicemente proiettati filmati preconfezionati.

I progetti inoltre vengono realizzati in collaborazione con le istituzioni di ricerca locali, in modo da avvicinare il pubblico non a una scienza lontana e incomprensibile, ma vicina, accessibile e fatta da persone. L’attuale esposizione “Sole. Un’esposizione interattiva sulla nostra stella” è, per esempio, stata realizzata insieme all’Istituto ricerche solari Aldo e Cele Daccò (IRSOL) ed è ambientata in un normalissimo appartamento, dove ogni oggetto e ogni interazione raccontano cosa c’entra il Sole con le nostre vite.


Il lavoro con le scuole dell’obbligo

L’ideatorio è nato anche grazie alla collaborazione con l’Istituto scolastico della Città di Lugano. Grazie alla passione dell’allora direttore Sandro Lanzetti, oggi portata avanti con altrettanta determinazione dall’attuale direttore Fabio Valsangiacomo, si è creato un ponte diretto tra la scienza e i bambini: ogni anno un terzo delle classi dell’Istituto scolastico di Lugano partecipano alle attività de L’ideatorio e su tutto il territorio, in questi 20 anni di storia, oltre 6000 classi hanno visitato L’ideatorio. Il lavoro con le scuole dell’obbligo è fondamentale perché permette di raggiungere tutti, senza distinzioni di status socioeconomico, di genere o di interesse per le scienze.

Gli anni della scuola dell’obbligo sono anche quelli in cui i bambini e le bambine sviluppano gli immaginari su cosa sia la scienza e chi la fa. Secondo un sondaggio svolto da L’ideatorio nel 2008, la maggior parte degli allievi di scuola elementare credono che la scienza venga fatta in scantinati bui, in solitudine tra provette e pozioni e, soprattutto, che chi la svolge sia un maschio, bianco, spesso pazzo. Non c’è da sorprendersi dunque se le iscrizioni alle facoltà tecniche e scientifiche siano ancora lontane dal fabbisogno del mercato del lavoro e dalla parità di genere. L’approccio de L’ideatorio è una diretta conseguenza di questi risultati: viene mostrata una scienza che parla di noi e del nostro vivere, che può occuparsi di provette tanto quanto di stelle, animali e persone. Il personale de L’ideatorio che incontra le classi è inoltre costituito in maniera paritaria da mediatori e da mediatrici. Il sondaggio sulla percezione della scienza verrà peraltro riproposto quest’anno ad alcune classi di Lugano per verificare se negli anni qualcosa sia cambiato.

Grazie al suo lavoro, dal 2021 L’ideatorio è riconosciuto dalle Accademie svizzere delle scienze come uno dei quattro principali centri di promozione delle materie MINT (matematica, informatica, scienze naturali e tecnologia) in Svizzera, insieme al Technorama, il Museo dei Trasporti e l’Espace des Inventions.


Un percorso di crescita

Questi sono alcuni punti centrali della storia de L’ideatorio: da una piccola esperienza nata 20 anni fa con un esperimento locale, si è arrivati oggi ad un’istituzione con 11 collaboratori, ancorata a centri federali, al Cantone, alla Città, all’USI e ai centri di ricerca. Ma più di tutto alle persone. Questo percorso, che ha sperimentato diverse forme di dialogo tra scienza e società, ha sempre avuto a cuore la meraviglia della realtà: dal filo d’erba alla galassia, mostrando come la nostra vita sia dentro una realtà incredibile e di come tutto sia interconnesso.

Partendo da quanto la scienza ha saputo raccontarci e dalle nuove grandi sfide, il lavoro de L’ideatorio si è oggi allargato anche ai temi dello sviluppo sostenibile, con nuove iniziative che partiranno presto presso la Casa della sostenibilità dell’USI ad Airolo.





Foto: la prima esposizione de L’ideatorio a Lugano (2005) dedicata al cervello. Il direttore del DECS di allora, Gabriele Gendotti, inaugura l’esposizione all’ex-asilo Ciani, insieme a due membri passati del consiglio di Fondazione di Science et Cité (Cristina Molo Bettelini e Mauro Martinoni), l’allora Segretario generale dell’USI (Albino Zgraggen) e l’allora direttore dell’Istituto scolastico della Città di Lugano (non presente nella foto, Sandro Lanzetti).